CASTELLO DI PERGINE (TRENTO)

PROGETTO PRELIMINARE PER IL RESTAURO CONSERVATIVO E IL CONSOLIDAMENTO STATICO DELLE MURATURE relativo a CINTA ESTERNA NORD-EST E MURATURE INTERNE in corrispondenza della TORRE DELLA MADONNA DEL CASTELLO DI PERGINE A PERGINE VALSUGANA (TRENTO).

Committente: FONDAZIONE CASTELPERGINE Onlus

Importo complessivo dell’opera:

  • progetto preliminare: € 72.596,68

Periodo di esecuzione del servizio:

  • progetto preliminare: settembre 2021

Ruolo svolto nell’esecuzione del servizio:

Incarico per la progettazione preliminare.

Descrizione architettonica dell’opera

Le prime attestazioni del castello di Pergine, risalenti al 1220, si rintracciano nell’urbario del Capitolo cattedrale di Trento. Il castello occupa la parte sommitale di un rilievo a pianta ellittica delimitato verso E da una vallecola che lo divide da un secondo dosso fusiforme e di quota leggermente inferiore. Entrambe le sommità vengono spesso designate con il nome di Colle Tegazzo, anche se nella letteratura storica e archeologica si tende oramai ad assegnare questo toponimo alla sommità non incastellata e a definire la seconda con il nome di colle del Castello.
Le strutture che costituiscono il complesso architettonico del castello si sviluppano a partire da due cortine murarie concentriche che si connettono alla zona residenziale costruita presso vertice sommitale del rilievo. Inseriti nella cerchia muraria interna si incontrano il castello superiore ed il palazzo baronale con il torrione angolare a S-E. Lungo la cinta esterna, contraddistinta da una funzione difensiva più spiccata, si collocano le cosiddette “torre di guardia” e la “torre rotonda”.
La distribuzione dei corpi di fabbrica difensivi è scandita come segue: la cinta esterna, a partire dall’ingresso e proseguendo in senso orario, è munita dalla porta torre (torre di guardia), da una torre a pianta circolare (torre rotonda), da due distinte torri scudate quadrangolari e da due bastioni semicircolari. Le mura interne, invece, raccordano, a partire dalla seconda porta – detta anche “torre della madonna”, una torre scudata quadrangolare, quindi una torre quadrangolare (torre grande o Castello Superiore), una seconda torre scudata quadrangolare e infine il Palazzo Superiore che ingloba un altro torrione a pianta circolare. Da un documento del 1304 risulta che entro le mura del castello esistesse una chiesa dedicata a santo Stefano.

Periodo I – ante 1220
Al primo periodo si possono ricondurre il prospetto esterno di un corpo di fabbrica e un’anomalia muraria -forse interpretabile come la base di un contrafforte- che si conservano entrambi inglobati all’interno del paramento esterno della cortina muraria medievale.

Periodo II – XIII secolo
Al periodo II, che corrisponde con il nucleo duecentesco del castello, si possono attribuire la cinta superiore, il palazzo e la torre scudata che consente l’accesso da N-E all’area interna. La cinta superiore, che nel tratto rivolto ad O ingloba le strutture di prima fase, è dotata di camminamento e di merlatura quadrata. Dalla torre ‘della Madonna’ a N la cinta si sviluppa in senso N-E S-W e raggiunge una seconda torre scudata, da cui il muro piega in senso E-W fino a raccordarsi alla torre di S. La cinta prosegue da questo punto lungo il crinale S-E dell’altura fino a raggiungere l’angolo S del palazzo. Anche il corpo di fabbrica del palazzo può essere attribuito a questo periodo. La muratura della costruzione della fase precedente alle trasformazioni post-medievali è stata individuata al piede dell’edificio sui fianchi N-E e N-W, nonché sul fianco S-E, all’interno di un passaggio voltato al di sotto della cappella tardo-gotica. Ne consegue che la pianta presentava già nella fase originaria le dimensioni attuali. Allo stesso periodo è riconducibile la torre di S-E, successivamente inglobata dal grande torrione cinquecentesco.

Periodo III – XIV- prima metà XV secolo
Ad una fase basso medievale sono attribuibili la costruzione della cinta esterna, dotata di due torri scudate e due bastioni semicircolari e la sopraelevazione della cortina interna. La cinta esterna allarga l’area fortificata verso N, W e S ed è dotata di camminamento di ronda e merlatura quadrata con feritore strombate. Due bastioni semicilindirici dominano l’estremità S della cinta, mentre due torri scudate furono costruite lungo il lato di S-W. A questa fase va inoltre attribuita la sopraelevazione della cinta interna che termina una nuova merlatura quadrata con feritoie strombate, riproponendo la soluzione adottata dalle terminazioni aeree della cinta esterna.

Trasformazioni post-XV secolo
Le trasformazioni cinquecentesche si concentrano sui corpi di fabbrica del palazzo e della cosiddetta “ala clesiana”. Il nucleo originario del palazzo fu trasformato radicalmente dall’intervento delle maestranze di Massimiliano durante i primi tre decenni del XVI secolo. Esse presero forma con la costruzione di due pilastroni con volte a costoloni al piano terra e al piano sopraelevato, con l’aggiunta di grandi sporti poligonali sui lati esterni, con la costruzione della cappella privata, con la realizzazione del grande torrione circolare presso l’angolo S-E del complesso, nonché con la ridefinizione delle aperture, ora costitute da grandi finestroni quadrangolari architravati con arco ribassato e realizzati ovviamente in breccia sui prospetti originari. Allo stesso periodo va con ogni probabilità attribuita, inoltre, la soprelevazione del palazzo con doppio spiovente ad impluvio. Le trasformazioni introdotte dal vescovo Bernerdo Clesio, che si datano al terzo decennio del Cinquecento, riguardarono, come già sottolineato, la trasformazione del corpo di fabbrica addossato internamente al tratto NW della cinta superiore, terminante in questa fase con una merlatura a coda di rondine e, dubitativamente, la costruzione della torre circolare che domina il lato NO della cinta esterna.

Considerazioni critiche

Di fronte alle difficoltà di proporre una precisa attribuzione cronologica delle numerose ed articolate strutture del castello, un approccio più organico consentirebbe di affinare i dati emersi e di approfondire alcune osservazioni meritevoli di verifica, come la cronologia delle strutture attribuite ad una fase precedente al XIII secolo o la presenza già nel Duecento del complesso del palazzo, costruzione che è stata spesso considerata unitariamente post-medievale. Più in particolare, una più attenta valutazione meriterebbe il possibile rapporto tra i reperti numismatici tardo antichi e alto medievali che provengono dal sito e l’eventuale presenza di una fase molto precoce di incastellamento dell’altura che, sulla base delle preesistenze murarie individuate, appare un’ipotesi di lavoro da non escludere.

Progetto di intervento

Alla luce di quanto analizzato, il progetto di intervento prevede: la rimozione della vegetazione con decespuliamento selettivo di area boscata presente sulla muratura, e diserbamento con estirpazione della vegetazione superiore sui prospetti verticali e orizzontali. In seguito si considerano una serie di opere di consolidamento statico delle murature, in particolare interventi localizzati scuci-cuci di ripresa muraria nelle aree disgregate sia su prospetto verticale che su cresta muraria sommitale; consolidamento con posa di barre inox; intervento di rinforzo strutturale dell’arco rampante della scala esterna della torre della Madonna e consolidamento statico delle murature a sacco e/o semi-sacco. Successivamente sono previsti consolidamenti, risanamenti e restauro delle murature, tramite il trattamento delle superfici con rimozione dei giunti degradati,consolidamento conservativo dei tratti conservati e integrazione del giunto in profondità. Infine, si prevedono alcuni rifacimenti murari con ricostruzione muraria delle mancanze al piede sulle cinte murarie e per rialzare la muratura di parapetto della scala di accesso alla torre della Madonna.

Castello di Pergine_SchedaLavori